Wolof , Peul ed il Barcellona

   

L Africa ti fa pensare, beh a dire il vero, tutti i viaggi ti fanno riflettere, hai tempi morti, lunghe attese, ore e ore di pulmino guardando fuori un ambiente che decisamente non è il tuo usuale.

Passi a 30 km/h un villaggio lungo la strada che costeggia il Gambia, trafficata da camion stracarichi che vanno verso il Mali e tra le semplici capanne di fango e paglia circondate da steccati di rovi che contengono le capre, e con la coda dell occhio vedi, per 5 secondi , una scena.

Una folla di persone, perfettamente allineate in silenzio, una salma semplicemente distesa sulla nuda terra rossa della strada che contrasta con il bianco del lenzuolo con cui è avvolta e legata, uno scassato pick-up arrugginito in attesa poco più avanti, il carro funebre. 

È un funerale. È la Morte.

Ecco! Uno ha finito, mentre un altro, io, proseguo avanti per la mia strada, la mia “avventura “…

La Vita è effimera, vivetela!

La savana attorno è secca ed arida costellata solo da sparsi ,spogli e cicciotti baobab.Fuori sono 35 gradi, nell’aria condizionata del pullmino non li percepisci, ma dal finestrino  guardando li “vedi”…

Ci fermiamo a visitare due poveri villaggi lungo il percorso, uno di etnia Wolof, l altro di Peul

La strada è lunga oggi, dobbiamo fare oltre 300 km, ma di strada africana…

Bernard stamani alle 8  con il pulmino ha fatto il giro delle 4 famiglie che ci hanno ospitato, per recuperarci.

Qualcuno ha mangiato bene, altri un po’ meno, e dormito male. Io ho avuto una camera singola e ho riposato abbastanza, dopo la magra ma gustosa coscietta di pollo ruspante e speziato con verdure, avuta come cena.

Comperiamo scatole di saponette, zucchero, caramelle, sale  ed altra roba e suddividiamo in 6 sacchetti. Sono i doni per i capivillaggio che visiteremo, per educazione gli ospiti portano sempre qualcosa, ed è meglio non lasciare soldi…

Per divertire 10, 15 bimbi nel cortile chiuso da capanne di fango secco pitturato e paglia è sufficiente tirar fuori un tubetto per le bolle di sapone, o dei palloncini gonfiabili.

I colori sono intensi e di contrasto sulla pelle scura , sulle teste di treccine annodate, le mamme con i bimbi in braccio spesso sono adolescenti, poco più vecchie dei loro fratelli che saltano rincorrendo le bolle.

Quattro o cinque generazioni sono presenti, sono mussulmani, un uomo può avere 4  mogli.

Vivono di pastorizia e agricoltura, coltivano noccioline o anacardi, come quelli che mangio io come pranzo. Ma hanno un piccolo e scassato panellino solare con cui ricaricano il cellulare, oramai ubiquo, anche qui in Senegal.

Perfino Luigi qui si ascolta il Rai3 in pulmino…🙄

Le donne Peul hanno tatuaggi in viso, scarnificazioni tribali e orecchie come colabrodo. Ma in quella totale povertà hanno un portamento ed una eleganza superba. I loro semplici e poveri gioielli se li tramandano da generazioni.

Sono tutti gentilissimi, accoglienti aperti. I bambini simpatici, vispi , interattivi e curiosi. Le foto, quelle poche che qui posso postare danno solo un idea.

In completo contrasto con quanto visto, arriviamo al Relais de Tamba, il nostro hotel, con aria condizionata e piscina invitante. L acqua è quasi bollente, ma rinfresca lo stesso.

E’ giusto vedere l Africa così?

Quindici minuti in un quasi basso-medioevo ( cellulari, pannelli solari ed il logo del Barcellona in camera da letto a parte…🤣) per poi rifiondarsi mezz’ora dopo , nel benessere, nell’ aria condizionata , nel Wi-Fi e nel web, dove grazie ad esso vi posso condividere questi momenti…

Mah…! L Africa appunto , ti fa pensare…

Una risposta a “Wolof , Peul ed il Barcellona”

  1. Avatar Anna perco
    Anna perco

    Quasi mi commuovo 😌bellissima esperienza

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