Il coro di galline che razzolano imperturbabili in giro per il cortile quadrato, ombreggiato da un bel albero sacro al centro, stemperano l atmosfera solenne di attesa.
Stamattina abbiamo l udienza ufficiale con il diciassettesimo Re della Casamance.
Ci accomodiamo sulle sedie predisposte, nessuno può vestire interamente di rosso in sua presenza, solo lui, la ns Franca viene scusata, la sua maglietta quasi rosa, non simboleggia il Fuoco e la Potenza, come il vestito del Re.
Essere Re del Casamance non è una carica ereditaria, viene nominata una persona qualsiasi da un gruppo di saggi , alla morte del precedente re, tra le 5 famiglie ed i 17 villaggi che formano il reame. Poi la proposta viene sottomessa dai fetisher ( gli stregoni) agli Spiriti , che inviando opportuni segnali, lo approvano o meno.
Il suo compito è mantenere le tradizioni, rappresentare il popolo Djola, redimere questioni e liti, amministrare le risaie comuni e distribuire il riso ai più poveri. Amministra il regno da 24 anni, ha tre mogli (regine) e 17 figli.
Il Prefetto del Governo Senegalese deve avere la sua approvazione per le questioni politiche della regione.
Entra, solenne e silenzioso accompagnato dai suoi due assistenti, che parlano per lui.
Ci alziamo in piedi per rispetto e ci fa accomodare, L assistente in francese spiega, la ns Simona, che oltre ad esser la cassiera è anche la traduttrice ufficiale del gruppo per il suo ottimo francese, traduce anche le ns domande. Il Re ci guarda tutti negli occhi, silenzioso mentre L assistente parla, e sembra che a me dedichi più sguardi…, sarà una mia impressione e comunque non abbasso gli occhi. Prima di esser eletto nel 2000 a 47 anni, era un dipendente del Club Mediteranee di Cap Skirring, non so cosa facesse di preciso.
Ci concede generosamente di esser fotografato, da solo o con noi. Ed in 15 minuti tutto è finito, elargizione di beneficenza compresa.





Riprendiamo il ns viaggiare. Oggi tappa lunga, entriamo ed usciamo dal Gambia, un enclave di lingua inglese, per risalire verso nord. Doppio controllo di frontiera quindi passando l unico ponte sul fiume. Oggi i controlli di polizia e di frontiera si sprecano…, oltre che i 5000franchi per entrare e 5000 per uscire a testa…
Tanta strada in terra rossa, polverosa.
Passare i confini tra stati africani non è proprio come andare dall’ Austria alla Germania…, code, file, timbri, controlli, pagamenti, venditori, mercati, camion stracarichi , carretti con asini e….il tutto sotto il sole e a 44 gradi!













Rientriamo in Senegal guadagnando 4 nuovi timbri sul passaporto, in Gambia non c’è niente che meriti neppure una breve sosta, ne una fotografia , salvo l inglese dei doganieri e poliziotti , che finalmente li capisco quando parlano . Il Gambia è ex colonia britannica.
Ma i 44 gradi segnati sul cruscotto, ci fanno oggi un altro scherzetto…
A 90 km/h su strada dritta, scoppia un pneumatico dal troppo caldo: proprio esplode!
Bernard calmo controlla bene il mezzo, non sbandiamo molto e ci fermiamo sani e salvi…, scarichiamo i bagagli per recuperare quella di scorta, ed il nostro San Bernard, a 44 gradi disteso sull asfalto bollente la sostituisce! La gomma non si può proprio toccare, scotta…!





Beh, che ve ne pare? L abbiamo scampata bella! Il mio ma sopratutto i suoi grigri funzionano o no?
Finisco questa caldissima e lunga giornata al Relais de Kaolak, il più bello del giro, in piscina, con una birra e con un incazzatura con mia moglie via videotelefono perché non faccio i lavori da fare in giardino…🙄!
Credo che anche il gri-gri ha i suoi limiti, dopotutto.
Proverbio senegalese
“Se raccogli un l’estremità del bastone, raccogli anche l altra”



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