“ Il piccolo Principe”  e Saint Louis

   

Che centra il titolo del più  tradotto  libro  del mondo (escluso quelli  religiosi quali Bibbia o Corano ), oltre 300 lingue e dialetti,   con quello di Saint Louis , la città sulla foce del fiume Senegal?

La risposta è lo storico e fascinoso Hotel  de la Poste!  Quello che appunto avevo prenotato per il gruppo per le due notti che passiamo qui. 

L’ autore  del famoso libricino, molto bello in effetti, Antoine de Saint-Exupéry, oltre ad esser uno scrittore di talento, era un aviatore della famosa Aeropostale fondata da Latecoere, la compagnia aerea che trasportava regolarmente la posta dall Europa all America del Sud tra le due guerre . Seguivano la costa per quanto possibile, il volo era soprattutto a vista. Facevano tappa a Saint Louis, che allora era la capitale del Senegal, ed i piloti dormivano sempre all’ Hotel De la Poste, subito dopo l unico ponte di ferro Faidherbe che collega l isoletta di Saint Louis alla terraferma dove c’è l aeroporto.

Famosa è la stanza 219 di Jean Mermoz, altro leggendario aviatore francese , il primo a trasvolare le Ande, precipitato e disperso in oceano  atlantico durante uno dei  voli con il suo idrovolante La Croce del Sud mentre portava la posta in Argentina. Antoine de Saint-Exupéry morì durante un volo di ricognizione nella seconda guerra mondiale vicino a Marsiglia.

Quindi per me la scelta dell hotel era ovvia, farsi una birra nel famoso bar , rimasto originale dell epoca pre guerra, come del resto tutto l hotel e le stanze, era il minimo…

Tanto più che è posizionato benissimo per esplorare a piedi la cittadina coloniale.

Ed invece no, il gruppo decide di risparmiare i 20 euro a testa di differenza di costo per due notti, con un hotel a 3,5 km dal centro, per contenere i costi di cassa comune e quindi del viaggio…

Quindi , cancellata la prenotazione, siamo al moderno hotel Mermoz, nei comodi ma anonimi ed isolati bungalow sulla immensa e ventosa spiaggia, a 5 euro di taxi dal centro…mah! Di storico qui c’è solo il nome dell eroico aviatore morto a 36 anni.

Arrivati a Saint Louis ieri verso le 17 , scendendo dal pulmino, la prima gradita sorpresa: fa fresco! Quasi freddo, il vento dell oceano obbliga quasi ad indossare una felpa. Prenotiamo il ristorante per la sera in centro , La Lenguere, ed il gruppo prosegue per l hotel. Simona, Mirko ed io saltiamo la doverosa ed agognata doccia e ci atteniamo al programma originale: esplorazione della cittadina in calesse a cavallo (5 euro pax)ed aperitivo al De La Poste! 

Di fronte all’ isoletta di Saint Louis e collegata con un altro ponte c’è una seconda isola, stretta e molto lunga, la Langue de Barbarie una grande striscia di sabbia affacciata sull’ atlantico, che crea la laguna e dove appunto , a sud c’è il ns resort.

Il calesse ci porta piacevolmente a visitare le tranquille vie regolari del centro, con bassi edifici di varie epoche coloniali, molti negozi, boutique, ristorantini, bimbi che giocano a calcio a piedi nudi .  Poi sempre in calesse passiamo dall altra parte del ponte, nella Langue de Barbarie, e qui le cose cambiano, sembra di entrare in un girone dell inferno dantesco… 

Barche, barchini, pesci, reti, gruppi di pescatori capre  montoni gatti bambini tende carretti miseri mercati e negozietti , sabbia, merda, pattume e plastica dappertutto, donne che puliscono i pesci, galline, odore acre di mare, di pesce marcio di fogna , di sudore, una umanità poverissima semplice vera. 

Già , questa è la vera Africa…

Il nostro resort è davvero troppo isolato, dilatato, spiaggia immensa e vuota, onde oceaniche, vento che ti fa entrare l umidità appiccicaticcia nella pelle.

Oggi giornata libera, dopo colazione gli  altri sono a caccia di taxi. Li lascio andare avanti, pago il conto e poi fermo un motorino che passa, breve contrattazione e per meno di un euro, al fresco facendo i 4 km di umanità varia, sono in centro.

Giro con i miei ritmi, guardo quello che mi interessa e poi mi rifugio sui divanetti, nel salutare giro d aria del De la Poste, ove scrivo questi appunti con il Wi-Fi dell hotel .Davvero l unico posto ove si sta bene.  Ismahel, un ragazzo che parla italiano e porcona come un vero Veneto perché ha abitato 2 anni a Venezia mi tiene compagnia. E a caccia di turisti, ma non ce ne sono molti, e con me non fa affari.

Giro ancora un po’ incontrando tutti gli altri, e ritorno in hotel con un motorino, continuando a rischiare la vita. In spiaggia ci faccio solo un giretto, non c’è un buco per distenderci un asciugamano, tutto pieno (!)

Vorrei non cenare qui in hotel ( mio unico pasto della giornata) ma andare e rientrare dal centro è sempre una scommessa, ma un altra birra da solo al De Poste leggendo sul web le imprese di quei eroici trasvolatori, seduto rilassato nel bel bar, mi attira molto, non so perché, ma è un posto che mi attrae

Mi sorgono alcune considerazioni:

In Africa quasi nessuno porta gli occhiali da vista, di solito solo qualcuno che ha studiato un po’ di più, ma pochissimi …

In Africa i bambini piangono molto di rado, qui è inutile piangere…

In Africa nessuno corre, se non dietro ad un pallone. Non c’è mai fretta, il tempo è diverso che da noi…

In Africa i saluti ed i sorrisi non costano niente, e sono quindi tutti generosi a darli…

Lascia un commento

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: