Bisogna sempre avere un piano “B”, per un viaggio complesso come pure, in generale, per le cose importanti della vita.
Sperare sempre per il meglio, ma prepararsi per il peggio…
Il mio piano B per il giro delle Raja Ampat si chiamava Agusta…






Marco e Mara, una coppia italiana, lui dentista ed esperto subacqueo,si sono innamorati di una isoletta piccolissima qui nelle Raja Ampat, hanno deciso di lasciare L Italia, e di creare un resort/diving center di lusso qui, forse L unico per ora, sicuramente il Top attualmente.
Andatevelo a vedere e capirete la meraviglia che hanno creato:
Www.Agustaecoresort.com
Per cui avevo pensato che, male che vada, se il giro delle isole era impossibile, o se stavo male, o qualsiasi altra cosa, carta di credito alla mano, avrei forse potuto contattarli, avere assistenza e/o supporto, e perché no, un paio di giorni di comodità e lusso, oramai arrivato fin qui…
Non ne ho avuto bisogno, ho girato e me la sono cavata da solo, con un po’ di fortuna,per trasporti e per le homestay locali.
Ma mi era rimasta la curiosità di conoscerli, di sentire la loro storia, di vedere cosa hanno creato, che forse è il sogno irrealizzabile di tanti di noi.
Per cui ho lanciato un “messaggio in bottiglia”, come la chiamò Tiziano Terzani quando gli inviai 25 anni fa la mia prima email, a cui gentilmente rispose dicendo appunto che la mia email è stata come un piacevole messaggio in bottiglia dallo cyberspazio da uno sconosciuto ammiratore….
Per cui, siccome Agusta resort è in un isola vicinissima ad Arborek,ieri sera ho mandato loro una email, per farsi una birra assieme se per caso passassero di qua, che so, per rifornimenti od escursioni.
Stamane prima di colazione,Marco,gentilissimo, mi ha risposto via whatsapp, addirittura invitandomi da loro…
Poi patatrac ! Segnale GSM in blackout per tutto il giorno, su tutta L isola…
Che faccio? Se vado lì poi dopo come proseguo? E come vado lì, ed in un resort di lusso?
Con la mia trolley di sacchetto di plastica della spazzatura…
Nel dubbio quindi mi sono intanto andato a vedere le Mante con Roy in barca, al Manta Point, che poi lui si è fermato a pescare la cena…
(Comunque, si, oggi per colazione mi son fatto fuori la marmellatina di arance …)
Il manta point è un punto in mezzo al mare, tra le isole, ove, per i fondali e per il gioco di correnti, si concentra il plancton.
E le Mante vengono a mangiare e fluttuare con le loro ali nella corrente, bellissimi uccelloni neri nel cielo del fondale marino.
Sono animali innocui (salvo la coda) grandi anche oltre tre metri. Affascinanti…
(Ne ho una tatuata sulla caviglia, a ricordo del mio incontro con loro,in Polinesia Francese)
Al ritorno, snorkel nel jetty, poi pranzetto con riso e baby-tuna pescato ieri, e giretto per il villaggio ove L orchestra locale ed i bimbi, travestiti da selvaggi di Papua, improvvisano danze tribali per la 15ina di turisti (sostanzialmente vecchi americani) che sbarcano da un veliero da crociera ormeggiato qui di fronte.
Una Pinisi in legno appunto, di quelle di cui io sono andato a vedere la costruzione.
Quindi che faccio? Abbandono Arborek e vado a salutare Marco? All avventura?In un isola italiana? Qui non sto poi male…




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