Yogyakarta è decisamente diversa da Jakarta. Ed ho fatto bene a venirci. È più piccola, soli 500k abitanti (!) e comunque caoticamente trafficata.
Ma L atmosfera e la vivibilità è decisamente diversa. Lunghi viali alberati, in parte pedonali, negozi interessanti, folla in giro, musica, simpatici murales sui muri, vivaci mercati affollati (pasar) di tutti i generi.
Sarà che è venerdì sera ma sono colpito dalla gente in giro che c’è. Dalla stazione mi butto con il mio trolley al seguito in un paio di traverse strette dense di alberghi ed alberghetti per tutte le tasche.
Alla fine ne scelgo uno, più caro rispetto la media qui (comunque 20 euro…), ma con una atmosfera che mi ricorda le pensioncine di Bali.
Un bel giardino, rivestimenti in legno, ed una simpatica vespa gialla con i geko dipinti nella reception,sono stati richiami troppo forti…
Piazzo le mie poche cose su un letto enorme, accendo L AC ed esco alla scoperta della città.
Non ricordo niente della mia visita di 25 anni fa, chissà in che zona ero capitato, ed è tutto ovviamente molto cambiato.
Sono a pochi passi da Malioboro Street, arteria alberata principale lunga 2 km. Rikshow a motore, tuktuk, moto, carrozze con cavalli, bande che suonano e gente che balla per la strada, centinaia di negozi con bellissime magliette ad 1 euro (!), cafe, gelaterie…insomma un vivace casino…
Città asiatica giovanile e universitaria, culturale, artistica storica.
Ceno con 5 satay (spiedini) di pollo in salsa di noccioline e riso.
Sono comunque al centro dell attenzione e molte compiette o famiglie chiedono di fotografarsi con me…, oramai ci sono abituato, in Cina le scolaresche di bambine in gita impazzivano per i miei peli sul braccio…
Una gentile signora mussulmana invelata vedendomi un po’ disorientato, mi chiede in uno stentato inglese se ho bisogno di aiuto. E ne approfitto per chiedere come andare economicamente a Borobudur L indomani, so che è a circa un ora e mezza di strada…
Me lo spiega ma mi offre anche di andare in spiaggia con lei e le sue due care amiche L indomani in auto, gita già organizzata…
Boh, per me al Borobudur ci posso andare anche il giorno dopo, le spiagge di Yogya sono citate dalle guide, …ma perché no? Un escursione gratuita?con tre donne? In fondo è uno dei vantaggi di viaggiare da solo, programmi flessibili, amicizie facili, esperienze inusuali.
Le lascio il mio numero indonesiano e torno in albergo, decisamente stanco della giornata in treno e dal caos qui, e circa a mezzanotte svengo sul letto…
Alle cinque una serie di messaggi mi svegliano, mi passano a prendere alle 5.30…!!!!
Rincoglionito,sebbene docciato, mi ritrovo in strada ad aspettare,nel già sostenuto traffico dell Alba,delle sconosciute, per andare non so bene dove… Ma L avventura è avventura….!
Salgo sul posto davanti a sinistra (qui guidano a dx) e tre donne mascherate e due ragazzi adolescenti mi accolgono a bordo di un auto giapponese eccitati e vocianti in un inglese stentoreo con musica indonesiana a tutto volume. La presenza di un ospite esotico impreziosisce la loro giornata di svago.
Rapide Presentazioni e via verso sud, direzione mare…
In un ora di auto e di dialogo decisamente difficile causa rumore e scarso inglese, tra risaie, case fatiscenti,e monumenti naive, arriviamo alle “spiagge”…
Avete presente il famoso “ mare d’inverno”? Beh, aggiungete che sono le 6.30 del mattino, fumi di falò di pattume bruciato, onde alte, spiaggia nera e decisamente sporca, misere strutture decadenti stile anni 60, poca gente in giro, tre mussulmane con figli appresso distese su una stuoia ad offrirmi frittelle di cipolla, riso e verdura e noci di cocco per colazione dopo una serie di selfie in tutte le posizioni possibili…ed una leggera pioggerellina che comincia a cadere…



Non so se i miei sorrisi di circostanza riescono a celare il mio disagio e L ineguatezza della situazione in cui mi sono cacciato…
Mi sono tanto sentito “marito mussulmano” con tre mogli e figli appresso, nella tipica gita sfigata fuori porta domenicale da paese del terzo mondo…



Ostaggio della gentilezza ed ospitalità di queste comunque simpatiche e disponibilissime persone. Nella vita si deve provare di tutto, ma questa era decisamente oltre la mia fantasiosa immaginazione.
Fellini non ce L ha fatta ad immaginare una situazione del genere…
Mi allontano con la scusa di fare foto sperando in cuor mio che i due ragazzi si annoino quanto prima e che le loro mamme decidano che sia il caso di tornare anticipatamente e non al primo pomeriggio,come inizialmente previsto…, o che venga giù un diluvio universale e non una leggera pioggerella che sembra non turbare più di tanto le attività antelucane balneari di queste simpatiche ed affabili signore, comunque perfettamente vestite perché, oltre che mussulmane, si sa, le donne asiatiche odiano il sole…
Ed Il fatto di aver cambiato tre “location” diverse non cambia la situazione, probabilmente L ha peggiorata…



Miracolosamente i due ragazzi, malgrado bibite, dolcetti e giro in quad, mostrano segni di noia.
Per cui si decide di anticipare il ritorno…
Decisamente rincuorato e dopo un altra oretta di cori vari e videoselfies da pubblicare su TikTok con L ospite esotico ritorniamo in città.
Beh, Una cosa ho imparato: spiaggia si dice Pantai😝
Mi faccio lasciare con mille ringraziamenti, saluti e promesse di scambio foto, al famoso mercato degli uccelli di Yogya.
Ma sarà lo spirito oramai compromesso, un po’ la decadenza e sporcizia del posto, i poveri pulcini viola verdi e rossi in gabbia, ma L esperienza non è dissimile a quella mattutina.



Pomeriggio riposo, scrivo e cercherò di mangiare qualcosa. Sono in piedi, malgrado il lauto picnic, con un caffè solubile ed un biscotto da stamane.
Ho già stretto l unica cintura degli unici pantaloni,di un buco…a fine viaggio saranno due?

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