Impossibile vivere a Bkk senza uno smartphone, TUTTI in metro lo usano, giovani e vecchi, il 10% circa della gente ancora con la mascherina addosso. Non ci si può muovere né sapere orari, destinazioni, luoghi. Una Sim od almeno una eSim è fondamentale, ed io povero vecchietto analogico comincio ad abituarmi a girare con 2 cellulari e dimenarmi tra le varie app scaricate e da scaricare.
I modi di viaggiare cambiano, mi ricordo ancora quando usavo le relazioni di viaggio di AnM ciclostilate con le informazioni , le piantine , le imbeccate di prima mano su alberghetti e trasporti, vecchie solo (!) di qualche anno…Alle mitiche guide Lonely Planet , a casa ne avrò una trentina…Un altra vita! La mia generazione ha avuto la fortuna di vivere una transazione immensa a cavallo di due secoli, anzi di due millenni! abbiamo interiorizzato e ottimizzato la capacità di cambiamento, abbiamo usato i francobolli, il telex, il fax, i primi computer, i primi tel cellulari, il primo satellite, il primo sito web, la prima email, la prima app, e come si accorse Darwin, in tempi non sospetti, non sono i più forti od i più intelligenti che sopravvivono, ma quelli che si adattano.
Oggi l intelligenza artificiale mi sta monitorando, sa dove sono, cosa cerco come mi muovo, come spendo, quando torno, e prova a propormi di conseguenza le cose che potrebbero servirmi: un escursione? Un hotel? Un ottimo ristorante vicino ma economico? Hai bisogno di un taxi per tornare nel tuo albergo? Un volo? …accedo ad un sito in thailandese e mi rispondi in italiano…mah!Sono tosto, sopravviverò , come al solito, come Fantozzi, anche a questa nuvola digitale che sta sopra la mia testa e mi insegue…




Inizio il mio viaggio verso sud e verso il mare andando a Pattaya, il porto e la spiaggia di Bangkok (tipo Ostia per Roma😜) . Con 5 euro e 2 ore circa di minivan, dalla Est BusStation di Ekkamai, ci arrivo facilmente, tutta autostrada a 12 (!) corsie, praticamente un continuum con Bkk, a32 gradi e cielo bianco latte, con sole. A Pattaya Non ci sono mai stato, ho una certa idea di come dovrebbe esser ma ovviante bisogna esserci per giudicare.
Scopro subito che non è una piccola località balneare tipo Rimini (!) , come me la immaginavo ma un enorme città, grande, boh, circa come Milano…impressionante!
L hotel , ottimo ed economico, scelto per il nome March, che trovo molto appropriato 🤣, non è sulla Beach Road ma ha la piscina (la spiaggia comunque non è tra le migliori della Thailandia vista la vicinanza con la metropoli ed il porto, ma non è male , ampia e lunga , decine di chilometri) , ed è distante dalla famosa Walking Street , che tutti i turisti qui, almeno una volta, ci devono venire.
Non è il caso di spiaggiarsi a prender sole, caldo umido e vento appiccicoso, tutti stanno all ombra sotto le palme. Per conoscere una città bisogna solo fare una cosa, girarla a piedi e così mi faccio km tra questo divertimentificio turistico , un mercato continuo, una stazione balneare, con grattacieli, tra ostelli ed alberghi 5 stelle lusso , massaggi e beer-garden …




Già, manterrò la promessa e oggi vi parlerò dei RedLight district di Bkk, ho tempo di scrivere qui . Del resto credo tutti si aspettino almeno qualche inevitabile accenno, in un blog sulla Thailandia…
Premetto subito una cosa, se qualcuno che non c’è stato recentemente, pensa a Bkk come la città della perdizione, un puttanaio gigante ed a basso prezzo sbaglia di grosso! Non è così, è una metropoli moderna e pulita, le zone redlight sono concentrate solo in 3 e relativamente piccolissime aree: il Nana Plaza ed il SoiCowboy abbastanza vicine tra loro, ed il famoso nightmarket di Patpong , patria dei falsi .
Abbastanza vicino alla stazione di Nana ( si pronuncia Nanaaaa) e nel cuore degli alberghi più turistici ed economici di Bkk c’è il Nana Plaza, un complesso con un cortile quadrilatero su due livelli in cui c’è di tutto. È qui riporto quello che quella sera lo sloveno gigante , reduce di 4 mesi di Asia, ci ha spiegato a cena a me ed al neo pensionato marsigliese ( che sembrava molto interessato) e dal giretto che ho fatto poi personalmente di verifica, malgrado l ora( troppo presto, il grosso della movida comincia dopo le 22 ) ma non stavo in piedi dal sonno.
Sostanzialmente esistono i go-go bar , ove alcune ragazze giovani e seminude ballano sul palo con musica assordante ed altre che si avventano sul un cliente appena entra per sedersi con lui e farsi offrire da bere. Un paio sono specializzati in ladyboy, qualche volta difficilmente distinguibili , dato che qui un bel paio di tette fatte bene costano di chirurgo tra le 500-1500 euro, e quasi nessuna, appena può, se le fa mancare , lady o ladyboy che sia. Poi ci sono i beer -garden , bar all’aperto con tante ragazze , ma vestite quasi normalmente che intrattengono i clienti chiacchierando, facendoli bere e farsi offrire. In entrambi i casi, se uno vuole diciamo approfondire la conoscenza , per portarle fuori dai go-go e dai beer bar dopo che ha offerto alla ragazza, si deve pagare il cosiddetto Bar -fine, la “multa” al proprietario del bar che perde per quella sera la ragazza, fonte di reddito. Poi ovviamente si tratta di pagare la ragazza, e lì dipende dalla capacità negoziale, dall alcool bevuto, dalla ragazza ecc. Procedura costosa. Poi ci sono i massaggi saloon, alcuni assolutamente professionali e seri, altri disponibili ad ulteriori servizi, quali ad esempio l happy-ending manuale, facilmente immaginabile , od il Nuru-massage, ove la ragazza vi massaggia strusciando il suo corpo coperto di Nuru, una sorta di gelatina di alga viscida e molto scivolosa (!). Poi ci sono i classici bordelli , con il fish-bolw , l acquario, cioè la vetrina con le ragazze a disposizione numerate da cui scegliere o quelli dove la padrona- tenutaria vi offre da menu fotografico , cercando di trascinarvi dentro, il prezzo delle ragazze che va , come ogni cosa nei mercati asiatici , negoziato strenuamente. Poi come se non bastasse sparse nelle immediate vicinanze ci sono passeggiatrici free-lance, alcune ladyboy ( cioè uomini travestiti) riconoscibili spesso solo dalla voce . A Soi-Cowboy, una stradina di circa 200 m relativamente poco distante dal Nana Plaza , trovate la stessa offerta , e varietà merceologica ma in scala ridotta, più un paio di storici “blow- job bar” che esistono solo qui, ove ci si può fare una birra con calma, mentre una esperta manipolatrice indigena del luogo, performa credo sotto il bancone con la bocca…giuro non ci sono mai stato…




A Patpong, il terzo ed ultimo Red-light , quello storico, ci sono passato ieri per caso dal ritorno del RoofBar per prendere la metropolitana. Oltre le bancarelle ( poche) e oramai addirittura trasformatesi in negozi luccicanti ed eleganti che vendono comunque falsi , non c’è rimasto più niente, ad occhio credo oramai solo 2 o 3 gogobar che stavano appena aprendo alle 22 e qualche figuro con in mano menu fotografici che cerca di trascinarvi a vedere in qualche posto sopra la strada , spettacoli mirabolanti di ragazze che fumano con la vagina e addirittura la usano per sputare palline di ping-pong centrando il vs bicchiere di birra…, vere trappole per turisti curiosi che ci cascano e una volta dentro vengono spennati per bene con extra vari…E sono stato inseguito ( come tutti gli uomini che passavano) da una vecchia Mama -San che mi offriva da un menu fotografico lercio e spiegazzato bravissime ragazze, prima per 3000, poi per 2000 ed infine mentre giravo l angolo a 1000 bath, per un “short-time all included”… Patpong si può dire che non esiste quasi più oramai
Il tutto nasce dalla guerra del Vietnam, quando i poveri ragazzi americani dopo ogni 3 settimane di jungla e di vietkong, rischiando la pelle, venivano mandati in licenza per una settimana a Bangkok . Figuratevi dopo esser scampati alla morte e con buoni $ in tasca, venire in un paese con belle donne, con una concezione del sesso buddista, libera e non bigotta e puritana , alcool a buon mercato e droga a volontà facilmente reperibile ed economica. Infatti p.es. il nome Soi Cowboy deriva da questo (Soi in thai significa stradina, vicolo)
Ovviamente La mafia Cinese e Thailandese ci ha subito creato un business che è rimasto fino ai giorni nostri…
Pattaya, rispetto a Bkk è più ventilata ed ha la spiaggia, per cui era la preferita dalle migliaia di scatenati soldati in licenza. Qui però il Red light si è diversificato ed ingigantito, rispetto Bkk, grazie anche al turismo normale, ma ve ne parlerò domani, che riparto per l isola di Koh Chang ed avrò da passare il tempo in viaggio. Od almeno lo spero, perché la prenotazione del transfer è stata una avventura analogico-telematica non da poco, e la nuvola digitale che incombe su di me, non mi ha ancora dato la conferma che partirò alle 6 (!) pur avendo già tutto pagato…



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